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Wineblogger? Wine not!

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Introduzione

 

 

“Se io ti dico una cosa la dimentichi,

se te la mostro potrai ricordarla,
se ti racconto una storia...è tua!”

F.Buffa

 

 

Wineblogger? Wine not!

 

E fu così che mi sono ritrovato a scrivere il mio primo libro. O meglio questa raccolta di esperienze, degustazioni, emozioni. Storie più o meno inventate che hanno l’unico scopo di suscitare curiosità, interesse, stupore in chi le legge. Di far innamorare del vino allargando virtualmente il calice alla sfera delle sensazioni, dell’irrazionale, dell’intimità. Passione, desiderio, eccitazione.

 

Se sei un sommelier, caro collega, di sicuro noterai che non mi dilungo in descrizioni tecniche e organolettiche troppo specifiche. Non è mia precisa volontà. Non in questo modo, molto personale ed originale se vogliamo, di raccontare di vino. Puoi però trovare degli spunti, degli aneddoti, degli argomenti particolari da sviluppare degustando quel vino in compagnia di addetti ai lavori. I famosi vini da meditazione.

 

A te amante del vino invece, o meglio winelover, iniziamo ad usare termini ortodossi, spero che la leggerezza con cui sono scritti molti dei miei articoli non venga scambiata per superficialità. Credimi dietro c’è spesso molto studio, sia per creare contenuti originali, sia perché semplificare, senza far perdere di sostanza, anzi valorizzandola, è attività tutt’altro che facile.

 

Chiunque può scrivere o parlare di vino, come di qualsiasi altro argomento. Caro wineblogger, io ho scelto di parlarne raccontando ogni volta qualcosa di me. Di mio. Di personale. Parlando, prima che di quel liquido magico che è nel calice, di cosa mi fa provare. Ancora una volta di sensazioni ed emozioni prima ancora che di colori e aromi. Il vino come esperienza intima e introspettiva. Quindi unica. Se ti piace il mio stile, leggendo questo libro, ops, raccolta di articoli, potrai cogliere e condividere qualche spunto, altrimenti  vai pure avanti per la tua strada, magari sei proprio fra quelli che io leggo e seguo con maggior attenzione perché riescono a darmi sempre qualcosa in più.

 

Prima di decidere di diventare sommelier, anche io ero un bevitore inconsapevole. Quando mi dicevano in questo vino c’è la marasca, piccoli frutti neri, sentori balsamici di macchia mediterranea, e poi cuoio e ancora tabacco, annuivo, bevevo, poi ri-annuivo, ri-bevevo e poi di nuovo. Versane ancora che l’ho finito. Alla fine ci credevo a quello che mi veniva detto, ma non avevo modo né di smentire né di confermare. Quello che passava sicuramente era se il vino mi era piaciuto e quanto. Se mi aveva fatto provare delle belle sensazioni o no. Ecco perché preferisco raccontare del perché un Brunello lo definisco degli angeli, piuttosto che del tramonto oppure definisco un vino rococò, piuttosto che eretico o irrazionale o mi permetto di dare all’Amarone l’appellativo di superbo o di accostare un Barolo alla nona sinfonia di Beethoven o lo Champagne alla più seduttrice delle donne.

 

Storie, che come il vino, comunicano sensazioni e sanno emozionare chiunque.

 

Astemio? What’s astemio? Ah… “una persona debole, che cede alla tentazione di negarsi un piacere.” Cit. Tranquillo! A tutto c’è rimedio. Magari leggendo questo libro vi viene veramente voglia di assaggiare un calice di vino. Wine not?

 

Avete visto Forrest Gump? Immagino di sì. Ad un certo punto inizia a correre, senza un motivo, prima non se ne accorge nessuno, poi iniziano a dargli del ritardato, poi inizia una o due persone a seguirlo, poi diventa una folla, poi viene acclamato come un messia. Poi ad un certo momento, sempre senza un motivo, smette di correre. 

 

Ecco, questo è per me essere un wineblogger.

 

Un cammino spirituale, ovvero un viaggio dentro sé stessi, dove non è importante la meta, quella è banalmente una conseguenza del camminare, quanto ogni passo, in quanto ogni passo è gioia, felicità e condivisione. Con chiunque abbia voglia di esserci.

 

Se sostituiamo camminare con bere e passo con sorso, il cerchio è chiuso!

 

Buona lettura, buona degustazione!

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