Il solista.
Virtuoso.
Protagonista.
Non lo è diventato, lo è per nascita, per diritto acquisito.
E' sempre stato diverso e ha saputo imparare ad esserlo ancora di più, perchè ha capito che la sua forza, ma ancora di più il suo scopo esistenziale, la sua vera essenza, non è assomigliare a qualcuno, ma elevarsi a protagonista.
Questo suo essere "diverso" lo aveva costretto a difendersi dai continui attacchi e scherzi, talvolta pesanti e dolorosi, dei suoi compagni, al punto che aveva sviluppato anche il suo lato aggressivo che lo spingeva ad agire prima che gli altri lo potessero fare. Era stanco dei soprusi e a volte era lui il primo a menare, al punto che si era fatto anche una fama da duro. In realtà quello che aveva sviluppato ed allenato era una profonda e convinta autostima che pur nel suo isolamento lo faceva essere un leone. Non era mai lui il primo a distogliere lo sguardo perchè in cuor suo, senza motivo, sapeva che un giorno o l'altro questa sua coraggiosa spavalderia gli avrebbe salvato la vita.
Più che la sua fama da duro cresceva e più che si faceva nemici.
Ecco che arrivò quel giorno, quello per cui si era allenato, ma si sa, la paura a volte fa brutti scherzi.
Una sera mentre tornava a casa, un gruppo di ragazzoni ben messi lo affrontano. Il capobranco con tono deciso gli dice che sono li per fargliela pagare, di cosa non si sa ma così era.
Lui non indietreggiò nemmeno di un millimetro, sarebbe stato interpretato come paura e avrebbe quasi certamente scatenato il vile pestaggio all'istante, invece mosse il capo per guardarli uno ad uno negli occhi e nel mentre li contò anche, erano 13. Nel suo sguardo tranquillità e determinazione, grinta, anche una scintilla di eccitazione, ma furono le sue parole ferme e chiare a fare la differenza:
"OK, mi manderete all'ospedale ma ai primi due gli farò molto male"
Sapete come andò a finire?
Nessuno si fece avanti, ma anzi, come è, come non è, si ritrovarono tutti insieme a mangiare e bere insieme. Soprattutto a bere.
Questa è una storia vera e non finisce certo qui...
La Bourguignonne consiste nel rosolare dei cubetti di carne nell’olio bollente e poi intingerli in varie salse.
Per realizzare la Fondue Bourguignonne esiste un particolare servizio formato da un recipiente di rame o di altro metallo avente forma conica, che si restringe all’imboccatura per evitare agli schizzi di olio di fuoriuscire. Questo recipiente è poggiato su di un treppiede e viene riscaldato da un fornelletto a spirito. A completare il servizio ci sono dei piatti individuali formati da più scomparti per contenere le varie salse (che potete sostituire con coppette di vetro o altro materiale) e delle lunghe forchettine di metallo a due o tre denti e dal manico di legno che servono a infilzare la carne e friggerla nell’olio bollente: spesso sono contrassegnate da colori diversi per poter riconoscere la propria durante la rosolatura della carne. (cit. https://ricette.giallozafferano.it/Fondue-Bourguignonne.html)
Quella meravigliosa sera le salse presenti erano: maionese, senape, salsa al pomodoro piccante, una salsa verde "piemontese", mostarda, salsa tonnata e sicuramente ce ne erano almeno un altro paio che non ricordo. Non solo, ma la carne era un pezzo di Bue grasso di Moncalvo che era estremamente buona e deliziosa anche senza metterla nell'olio a bollire ma mangiata a crudo.
Ogni boccone avrebbe nella sua bontà meritato il suo abbinamento ideale e si sarebbe dovuti passare serenamente da bollicine a bianchi fino a rossi evoluti, stappare quindi almeno tre/quattro bottiglie diverse e invece?
E invece abbiamo scelto Il solista!
Virtuoso.
Protagonista.
Un orange wine, ottenuto da macerazione sulle bucce di uve Chardonnay da vendemmia tardiva, non un vino estremo, ma molto elegante e continuamente stimolante nella ricerca continua del giusto equilibrio fra sapidità e freschezza e rotondità e mobidezze, come un equilibrista sul filo che muove l'asta continuamente da una parte all'altra in cerca del perfetto equilibrio che c'è sempre ma in realtà non c'è mai ed è proprio quell'eterno alternarsi da una parte all'altra che è magia.
Il Solista è diventato amico di quei 13 ragazzoni forzuti non perchè ci è diventato amico ma perchè ha saputo tenergli testa e li ha portati per mano dove voleva lui.
Dall'inizio alla fine, sia sulla carne senza niente, passando dalla maionese al piccante, è stato sempre all'altezza esibendo di volta in volta le doti necessarie a gestire al meglio la situazione lasciando sempre la bocca gradevole ed armoniosa grazie alla sua piacevole persistenza.
Questa è la vera essenza de Il Solista dei Vigneti L'Annunziata.
Questa è la vera essenza degli orange wine.
E non vi dimenticate, mai, per nessun motivo, non potete dire che non ve l'ho detto, di alzarvi dalla tavola senza un sorso della Grappa da Barbera di Elena e Guido.
Tornerò per un altro piacevole abbinamento, ci ho preso gusto.
Top 5 tags:
Grazie a:
@ele_sala
@guidoschiavio
@vignetilannunziata
Con la partecipazione di:
@sommelier_on_a_mission_
Fonti:
Video Youtube:
https://youtu.be/6DR7AVyyzC0
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