Suvereto wine experience inzia con la notte del vermentino dove in due piazze di uno dei borghi più caratteristici e storici d'Italia, Suvereto, sono state fatte degustazioni comparate dei vari vermentini prodotti dalle 15 aziende che fanno parte della neonata associazione Suvereto wine e ovviamente rientrano nella Suvereto DOCG.
Una piccola e recente DOCG che però esprime un grande potenziale e una altrettanto importante dinamicità enologica e caratteriale; già nella mia batteria di 7 vermentini si passava dalle interpretazioni più classiche per poi finire addirittura ad un macerato estremo pet-nat. Da colori quasi trasparenti a varie sfumature di gialli paglierini fino ad un orange molto marcato.
E questo solo per i vermentini, immaginatevi per tutti gli altri vitigni della DOCG, prevalentemente i cosidetti internazionali, ma che qui, data la vicinanza, è anche più logico e coerente chiamarli "bolgheresi".
"Alea iacta est" e ormai la curiosità era stata innescata, l'occasione di approfondire sul territorio è arrivata qualche giorno dopo grazie a Silvia @ladyamarone , una produttrice veneta della Valpolicella e non solo, che voleva venire a fare un giro in questa realtà.
Grazie alla intercessione della preziosissima e carissima Nicoletta @lombardinicoletta siamo riusciti ad organizzare una visita a Petra e a Tenuta Casadei...
Monumentale.
Architettonicamente unica.
Una cattedrale che domina i vigneti e il golfo di Piombino molto ben integrata con il territorio circostante.
Bella accoglienza, tour della cantina impreziosito da un piccolo cinema in 3D dove possiamo ascoltare le parole del proprietario, dell'enologo e di altre figure importanti dell'azienda, necessarie per capire la mission aziendale.
Suggestiva la barriccaia scavata nella roccia madre.
Ottimi gli abbinamenti cibo vino proposti a tavola, elevata qualità delle portate e dei vini, su tutti il vermentino e il syrah.
Dove regna la filosofia BIOINTEGRALE, ovvero dove tutto deve provenire dal territorio, compresa la manodopera e i materiali per la fabbricazione della cantina, e dove tutto deve essere integrato con il territorio.
Le vigne sono indispensabili per fare il vino, altrettanto però ci sono gli orti, animali da cortile, frutteti. Biodiversità reale su cui domina Gigione un pavone bianco che gira indisturbato nelle sue possidenze.
In questa oasi non possono mancare i cavalli che vengono usati sia per accompagnare in carrozza i visitatori a fare tour in vigna sia per la lavorazione della terra senza l'ausilio di mezzi meccanici.
Tale intimità e stretto legame con la terra e la natura la ritroviamo anche in cantina dove oltre ai tradizionali legni vengono usate anche le anfore per le fermentazioni usando sia terracotta indigena (imprunetina) sia georgiana.
Una produzione di vini di ampia gamma. Molto profumati, puliti ed equilibrati i due che abbiamo degustato.
Grazie a Scilla @scilluz84 per averci guidato alla scoperta di questa bella realtà.
Da approfondire sicuramente.
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