Alla corte de' Medici c'è fermento.
Menestrelli fanno i loro numeri intrattenendo gruppetti di giovani rampolli.
I musici fanno vibrare le corde dei loro strumenti e intonano melodie di una ancora recente provenienza medioevale mentre donzelle dalle aggraziate figure gioiosamente danzano.
Mangiafuoco e sputafuoco attirano attenzioni e densi fumi neri che si susseguono a vampate di fuoco caldo, lucente e luminoso.
In disparte gentiluomini e dame dalle buone maniere brillantemente conversano e civettano.
Nobili, cupi e criptici nelle loro intenzioni, intrecciano alleanze e complottano piani strategici per accaparrarsi nuove terre o più importanti privilegi.
Ecclesiastici di alto lignaggio, in abiti sfarzosi e tutti ingioiellati, dispensano benedizioni e incassano oboli per garantire il paradiso a pagamento.
Poeti, pittori, intellettuali e alchimisti, saltano da un gruppetto all'altro cercando commesse per le loro opere come fameliche e bisognose cavallette su un campo di grano.
E poi ci sono loro.
I cantastorie.
Loro non hanno bisogno di effetti speciali, seduti con in mano un calice di buon vino, hanno la loro piccola a volte numerosa folla seduta ai loro piedi. Usano la voce come conviene per un caldo intimo abbraccio, toni bassi, pacati. Le loro parole scivolano via come sul velluto rapendo la mente e il cuore di chi li ascolta estasiati.
Comunque sia, tutti, dal primo all'ultimo, nobili o borghesi, giovani o vecchi, alti o bassi, dame o gentiluomini, sono alla sua corte per Lui.
Per il Principe.
E il Principe è lui.
Il Sangiovese, che a Firenze si fa Chianti Classico.
D'altronde anche il simbolo stesso, il famoso gallo nero, è nato da una singolare disfida fra cavalieri.
A volte prende a braccetto qualche nobil'uomo francese per cercare qualche alleanza che gli possa garantire prospettive più complesse.
Altre volte, conta solo sulle sue forze, per evidenziare il suo temperamento e per risplendere nella sua unicità e tipicità.
E' comunque sempre a cavallo e galoppa, lui galoppa, a volte anche fra fitte foreste di rovere francese, ma principalmente ama i boschi più radi, alternati da radure immense in cui far scalpitare tutta la sua esuberanza.
Ovunque lo troverai, in qualsiasi uniforme sarà, riposato oppure fremente, nell'alba di un mattino o al tramonto di una sera, ricorda che nel suo cuore porterà sempre dentro l'armoniosità delle sue colline.
E dunque...
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