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AcCHIANTIvante

Acchiantivante.

Ed ecco coniato un nuovo neologismo.

Da accattivante, ovvero attraente, che ispira buon umore, simpatico anche con un pizzico di furbizia e da chianti, il vino simbolo della Toscana e che nel mondo è sinonimo di vino stesso, a base sangiovese ma che può accogliere anche altri vitigni tradizionali come canaiolo, ciliegiolo, colorino.

Farò domanda all'accademia della Crusca per inserire questo nuovo termine nel vocabolario della lingua italiana.

Onore al merito, comunque, questo termine è stato suggerito da Ugo Bing durante la degustazione dei suoi vini e l'ho trovato veramente appropriato e calzante oltre che suggestivo.

Ma parliamo di vino e allora vai di verticale!

Ed è una vera e propria verticale storica con Francesco e Ugo Bing nella loro Fattoria di Fiano, da lettere papali che confermano l'esistenza del "Fiano" fin dal medioevo, fino a scendere giù nella cantina dove troviamo vecchi granai etrusco/romani e resti di fondamenta di quell'epoca, continuando a scendere come in antiche catacombe troviamo nicchie scavate nella terra dove possiamo ammirare come in un libro di geologia i vari strati del terreno fino alle epoche preistoriche.

Ovviamente non mancano i locali dove pazientemente il vino dimora in botti e barriques di 3° o 4° passaggio.

Tornati a piano terra nella sala degustazione si da inizio alla vera verticale.

Riserva chianti colli fiorentini 2016 (anteprima), 2015, 2011, 2008 e 2005.

Tutti sono contraddistinti dal marchio di fabbrica Ugo Bing, ovvero umiltà e semplicità da vero gentiluomo tipiche di chi ha grandi competenze e immensa passione per quel che fa. Egli stesso "ha studiato per oltre 30 anni il comportamento delle varietà dei vitigni nei diversi appezzamenti, cercando la combinazione perfetta tra viticultura, esposizione e microclima."

Umiltà e semplicità che rendono il vino di Ugo Bing "acchiantivante", appunto, e siccome il tempo è galantuomo, il 2008 e il 2005 sono due annateche regalano ognuno a modo suo, emozioni uniche.

Il 2008 può essere preso come esempio su come deve essere un "classico" chianti. Preciso, complesso, fine, armonioso ed equilibrato (enologicamente parlando ho detto tutto), dopo 10 anni ancora con una bella freschezza, pronto a stupire anche come vino da meditazione.

Il suo fratello maggiore, il 2005, è veramente qualcosa di molto emozionante e particolare. E' stato fino a un paio di anni fa a dormire, chiuso, ermetico, senza dare grandi soddisfazioni e adesso che si è aperto in tutto il suo splendore regala guizzi di estremo piacere. Attimi di eccellenza assoluta. Sembra addirittura più giovane del 2008. E' una di quelle bottiglie da aprire in una occasione speciale, in uno di quei pranzi o cene infinite, aperto a inizio pasto di minuto in minuto, di ora un ora, regalerà sempre qualcosa di nuovo, al naso, al palato e al cuore.

Incredibilmente acchiantivante!!!

E sono dei vini che hanno un rapporto prezzo qualità veramente clamoroso!

Oltre ai Chianti colli fiorentini, ho avuto il piacere di assaggiare il Fianesco, blend di 50% syrah e 50% abrostine, una bella scoperta per un blend veramente insolito e il Pugni d'Abrusco, in versione anteprima, in quanto è un assemblaggio degli autoctoni abrostine e pugnitello che lo rendono unico o quasi nel suo genere. Da monitorare attentamente, può riservare tra qualche anno buone soddisfazioni. Grande potenziale.

Grande Ugo, continua così! Acchiantivante come sempre.

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