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I Cherokee del Chianti Classico.

Immagine del redattore: NasoDVinoNasoDVino

Ecco, ci mancavano anche i pellerossa a Castelnuovo Berardenga!


Stai sereno (cit. Renzi), nessun nativo americano, solo autentici autoctoni, è molto probabilmente solo colpa di alcune mie disfunzionali sinapsi che creano legami impensabili e improbabili fra realtà a volte così distanti ed apparentemente incompatibili.


Apparentemente però!


Seppie e piselli è un piatto clamorosamente appetitoso, completo e gustoso, eppure non credo che sia mai esistita una seppia che abbia, nella sua vita, frequentato e tanto meno mai visto un solo pisello.


Quando vado a visitare una cantina c'è sempre qualcosa che mi scatta dentro. Uno spunto letterario. Un'ispirazione. Più spesso sono sensazioni o meglio ancora visioni mentali che poi nel corso della visita e delle degustazioni si arricchiscono, diventano più nitide, prendono forma e vita propria e non riesco più a fermarle.


Qualche maligno, o forse ben pensante, può dare la colpa all'alcol.


Senzadubbio ha ragione, contribuisce, solo che invece di colpa io preferisco illudermi che siano meriti.


E per quanto possa ignorarla o girarci intorno, poi finisco sempre su di essa sentendo l'esigenza di raccontarla.


Leggenda chiama leggenda.


Fra i filari del Chianti Classico ancora oggi riecheggia quella dell'affamato e bistrattato gallo nero che dando la sveglia solerte consentì al cavaliere fiorentino di guadagnare terreni e territori rispetto al cavaliere senese, svegliato in ritardo invece, dal pigro e sazio gallo bianco. (La leggenda del gallo nero)


Nella leggenda Cherokee invece gli animali protagonisti sono un lupo bianco e un lupo nero e presenta, se vogliamo, alcune somiglianze.

Il grande capo di un villaggio decise che era l'ora di spiegare al nipote cosa fosse la vita.

Gli raccontò che dentro ognuno di noi vivono due lupi: uno bianco e l'altro nero.

Il lupo bianco è buono, comprensivo, gentile, innocuo. Luminoso.

Il lupo nero invece è aggressivo, rumoroso, arrabbiato, litigioso. Il lato oscuro.


Il difficile è farli convivere in pace ed equilibrio, perchè entrambi hanno caratteristiche che possono essere utili. Anche il lupo nero che sembra cattivo in realtà è temerario, determinato, intelligente ed astuto, tutte doti che nelle difficoltà sono fondamentali.

Capire quali forze hai dentro e rispettarle entrambe, facendole convivere in equilibrio, conducono alla pace interiore. (La leggenda Cherokee dei due lupi)


Chi è stato nei territori appunto del gallo nero, sa che da toscani Doc, anzi Docg, si può scherzare su tutto, e sovente lo si fà, ma il vino è una cosa che viene presa molto sul serio. E quando si parla di vino da quelle parti si parla di Sangiovese, e se ne parla come se fosse uno di famiglia. Come un essere umano.


Anche se fisicamente, nel mondo reale, forse ciò non è mai avvenuto, sono sicuro che spiritualmente sia proprio andata così, perchè è certo che ci sia un filo invisibile che lega le anime dei nonni a quelle dei nipoti, indissolubile anche dopo la morte:


Un giorno "il Chiorba" (sinonimo chiantigiano di "grande capo") decise che era arrivato il momento di insegnare a Giovanni, suo nipote, cosa fosse il Sangiovese.

Lo porta in vigna e all'ombra di un bel leccio inizia a spiegargli:

"Vedi bimbo, dentro ogni singolo chicco di Sangiovese ci sono due vini: uno bianco e uno rosso. Quello bianco è luminoso, sapido, fresco. Quello rosso invece è molto diverso. E' scuro, morbido, caldo, avvolgente anche speziato. "


Giovanni incuriosito chiede allora al nonno:

"E quale è il più buono?"


Il nonno sorridendo risponde:

"Tutti e due, bimbo. Il bianco lo puoi abbinare al pesce, alle carni bianche e perfino ai formaggi freschi. Il rosso ti servirà per le carni rosse, la cacciagione e i formaggi più stagionati.


Giovannni confuso incalza il nonno:

"Ma come fanno ad essere buoni tutti e due?"


Il nonno indicando la cantina dice allora:

"Se saprai come farli e li rispetterai entrambi trattandoli allo stesso modo, ti daranno entrambi grandi soddisfazioni"


Sangiò è il bianco ottenuto da uve Sangiovese e la riserva Chianti Classico Docg si chiama "Il Chiorba", in onore al nonno.


Non solo leggenda, ma anche tanta bella e gustosa realtà.


La visione, che diventa inevitabilmente mission, della natura e della terra viste come doni da custodire e proteggere mai da possedere, è tanto vivo qui, a Lecci e Brocchi come nella cultura dei pellerossa.


Pellerossa come rossa è la terra, rocciosa e piena di minerali. Un terroir unico o quasi nei territori del Gallo Nero, esiste solo un'altra realtà, che rende questo Chianti Classico straordinariamente elegante e fine. Siamo lontani dalla forza e dalla potenza di Panzano, qui sono la complessità dei profumi e la piacevolezza della bevuta a sorprendere ed incantare. Il tannino è presente eccome, si parla pur sempre di Sangiovese e Dio benedica il tannino, ma sorregge e mai strattona, abbraccia e non stringe, consiglia e non impone, canta senza stonare, insomma, è il compagno di viaggio perfetto.


Arista di maiale in forno con patate e "Il Chiorba" in tavola e anche i lupi, quello bianco e quello nero che hai dentro, saranno in pace con il mondo!


E a proposito di lupi, il lupo bianco, il Sangiò, l'anima candida e luminosa del Sangiovese finora è rimasto buono e in disparte, ma sta per reclamare anche lui la sua dose di rispetto e attenzione.


Hai presente quando vai a vedere un film perchè credi sia del tuo genere preferito e appena inizia ti accorgi invece che è quel tipo di film che non saresti mai andato a vedere ma subito dopo ti rapisce e ti intriga e ti piace sempre più?


Ecco, ero partito per andare nel Chianti, patria della "ciccia" e del vino rosso e mi sono ritrovato a cena a mangiare pesce e bere vino bianco che in una calda sera d'estate, mica male eh? E come è ben risaputo, il problema non è mai farla una cosa, ma se poi ti piace e ci prendi gusto e io ce l'ho preso e parecchio di gusto.


Il Sangiò è un gran bel bianco, molto intenso non particolarmente complesso al naso ma molto ampio e persistente in bocca. Di importante struttura e sostanza entra in bocca lasciando che freschezza e sapidità facciano da apripista ad un incedere incessante di scorze di agrume dolce, mandarino, mandarancio, arancia con sottofondo un accenno di speziato.


Quella sera è stato il partner perfetto per i piatti di pesce non troppo semplici e gustosamente cucinati dallo chef dell'agriturismo Podere Il Casato.


Tradizione ed innovazione sono il giusto binomio da associare a Lecci & Brocchi, magari la prossima volta parlerò del rosato Meticcio di Malvasia nera, ciliegiolo, canaiolo ed altri autoctoni, oppure dello spumante Charmat Gemma di 50% trebbiano e 50% malvasia bianca o del metodo classico Femmina malvasia bianca in purezza, del vin santo occhio di pernice, del passito o della grappa.


Magari un'altra volta e chissà, forse, sarà anche l'occasione propizia per esporre la mia personalissima teoria della "Luce del vino" ispirata da Galileo e splendidamente confermata dal Sangiò, che lo colloca così fra i bianchi lussuriosi.


Ma questa è un'altra storia...

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#chianticlassico

#lecciebrocchi

#cherokee


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12 Comments


sissi
sissi
Jan 14, 2021

Complimenti per la fantasia! Non poteva esere più azzeccata l'allegoria della leggenda Cherokee, ogni tassello si incastra perfettamente stuzzicando la curiosità di provare quelle chicche descritte!

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stefaniaproverbio
stefaniaproverbio
Jan 12, 2021

Un altro bel racconto tra realtà e fantasia, un altro bel regalo che lascia la voglia di continuare a leggerti e gustarti proprio come il vino che ci descrivi

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paolagrandi73
Jan 11, 2021

Io amo bere vino, perché amo tutto quello che in sé racchiude quel calice di liquido prezioso, capace di inebriare, riscaldare, appassionare. Ma non sono un'esperta di vini. Diciamo che mi lascio trasportare dall'istinto. Tu, invece, ne sei un grande esperto, e lo si evince dalla naturalezza e profondità delle tue descrizioni, ma anche dalla storia, che caratterizza ogni vino, che tu sai, sempre, cosi brillantemente raccontare. Però tu sai anche andare oltre. Con la tua narrazione, sai emozionare, andando dritto al cuore, di chi, attraverso le tue parole, si vede aprire davanti a sé, un mondo sconosciuto, fatto di storie, tradizioni, terre, sapori, colori e profumi. Il tuo tocco di humour, irresistibile, rende tutto davvero unico. È un piace…


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milena.f
Jan 11, 2021

Non sono una esperta di vino, me la cavo meglio con la ricerca dell'esperienza del sé.

Però il vino lo bevo e mi piace molto 😅

Quello che mi affascina di te, è che riesci in ogni tuo articolo a raccontare il vino anche sotto l'aspetto della personalità, dell'emotività, delle caratteristiche intrinseche del messaggio che porta con sé. Leggerlo, interpretarlo e descriverlo anche secondo la natura, il territorio, la storia, la tradizione, l'esperienza e le generazioni. Il vino da assaporare non solo come gusto ma anche come personalità e carattere.

Una meraviglia leggerti.

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Francesca Fulceri
Francesca Fulceri
Jan 11, 2021

Ogni tuo articolo è un “racconto”.....è come iniziare un viaggio dove in ogni angolo scopri qualcosa di nuovo....di curioso....di emozionante che ti trasmette la voglia di continuare ad andare avanti per vedere....sentire....gustare ancora Bravo Michele 🍷

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