San Carlo: Brunello di Montalcino
- NasoDVino
- 16 ago 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Brunello: prima che un vino, è a Montalcino, come viene chiamato il Sangiovese. La toscana uva da cui nascono molti dei migliori vini italiani, di cui però il Brunello ne è forse il simbolo più caratteristico e più profondamente legato al territorio.
L'azienda San Carlo è profondamente legata al territorio, come ci tengono ad evidenziare e sottilineare sempre Gemma, e suo padre Giancarlo.
Io mi spingo oltre, mi espongo, dicendo che San Carlo è una piccola Montalcino!
Chi non è mai stato a Montalcino, si aspetta di vedere vigneti e poi altri vigneti, e poi altri vigneti ancora, invece l'aspetto del paesaggio che più colpisce sono i boschi. Molti boschi, dai quali spuntano qua e là, i vigneti. Solo il 15% dei terreni infatti sono vitati.
Le vigne di San carlo circondate dal bosco, dal quale sono state letteralmente strappate, danno però l'idea di continuità con esso. Sono perfettamente integrate con quel territorio che ancora una volta diventa protagonista e lo ritroveremo anche nel vino, ma prima ancora in chi quel vino lo fa.
Appena arrivo mi aspetta Gemma, la terza generazione, suo nonno ha iniziato a mettere il brunello in bottiglia nel 1974 quando ancora non era nata, ma evidentemente ci è stata battezzata per la passione e la dedizione che ci mette nel parlare del suo vino, che mi accoglie con un bel sorriso.
Dopo un pò che parlo con Gemma, arriva Giancarlo, il padre, che si presenta come l'operaio specializzato dell'azienda e mi parla di come oggi sia i cambiamenti climatici, che rendono il clima molto meno prevedibile, sia il mal dell'esca, definito peggio della fillossera, rendono ogni anno particolare, complesso, difficile.
Le annate "facili" sono destinate ad essere sempre meno e la qualità del lavoro in vigna e in cantina faranno sempre più la differenza.
L'ultima vendemmia, ad esempio, avendo le vigne esposte da sud est a sud ovest gli ha consentito di poter vendemmiare con qualche giorno di anticipo, fine settembre, anzichè i primi di ottobre come di solito avviene a Montalcino, evitando così gli ultimi acquazzoni.
La visita alla cantina, dove il brunello sta maturando nelle botti di slavonia, riserva due bellissime sorprese.
Una cantina privata, dove il nonno, conserva di ogni annata 100 bottiglie, e alla domanda, forse scontata, ma doverosa, su quale sia l'anno migliore, la risposta di Gemma è la seguente: "Tutti gli anni settanta continuano ancora a sorprendere a distanza di 40 anni, ma se dovessi scegliere un anno, beh, il 1985"
L'altra bellissima sorpresa, che rivelo in anteprima (magari non è in anteprima, ma mi piace dirlo così) è che in una botte sta maturando la prima "riserva" San Carlo, ebbene si nel 2021 avremo il piacere di assaggiarla.
In annate particolari inoltre come quest'anno, per la gioia di collezionisti o per chi vuol ricordare un anno speciale, vengono prodotte 100 bottiglie magnum numerate di brunello.
Ma eccoci arrivati alla degustazione.
Rosso di Montalcino e Brunello.
Oggi parlerò del Brunello, e cercherò di raccontarlo alla mia maniera.
(me ne scusino i puristi e i tecnici)
Alla vista, un colore rosso granato con bordi leggermenti aranciati, tipico del Brunello, non ha bisogno di stupire con effetti speciali e colori particolarmente intensi. E' trasparente, puoi quasi metterci un libro dietro e leggerlo, ma quando avvicini il bicchiere al naso e poi alla bocca inizia a fare sentire tutta la sua potenza, la sua forza, il suo carattere, la sua genuinità. Non ha bisogno di apparire perchè è profondamente cosciente di quello che è, sa benissimo di essere figlio della sua terra e di rappresentarla in pieno.
Questo è un Brunello come deve essere un Brunello.
Il nonno, fine anni '60, ha iniziato a crederci e a vederci un futuro , il padre, Giancarlo, si è licenziato dalla banca, per dare anima e corpo al suo vino (lo fa da solo, senza enologo), la figlia Gemma, laureata, ci mette cuore e passione e la quarta generazione è già pronta. (intanto gioca con il trattore del nonno)
Chi cerca la tradizione, la sostanza oltre l'apparire, la sincerità fatta vino, il vero spirito contadino toscano, il territorio di Montalcino, ritrova tutto ciò nel Brunello di San Carlo.
Un grazie di cuore a Gemma e Giancarlo per avermi dato la possibilità di conoscere le vostre storie, di aver visitato la vostra cantina e assaggiato il vostro vino e una promessa:
RITORNERO'
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