VINO e cambiamenti climatici.
La domanda che più ci interessa è la seguente: Quanto i cambiamenti climatici a livello globale nel mondo, possono, o potranno condizionare la produzione di uve da VINO? Ogni produttore, sa, quanto è importante il clima, ma soprattutto il microclima, ovvero quelle particolari condizioni climatico/atmosferiche che si vengono a trovare sopra addirittura ad una sopra vigna ed interagiscono con essa per la produzione della migliore uva da portare in cantina. Risulta quindi fondamentale la coltivazione in terrene estremamente vocati anche da questo punto di vista: la valle migliore, piuttosto che il versante meglio esposto, l'appezzamento protetto dalla collina... Questa attenzione al microclima, che c'è sempre stata, e ha fatto si che venissero selezionati i migliori terreni, è oggi ancor più importante in virtù dei cambiamenti climatici sempre più invasivi ed estremi. Soprattutto in annate definite poco propizie. Anche in tali disgraziate annate, ci sono delle eccezioni, dovute principalmente ad un microclima estremamente localizzato favorevole nonostante tutto. Potre raccoglier le uve già in piena maturazione una settimana prima rispetto a quelle del territorio di riferimento, per esempio, può essere un'enorme vantaggio in caso di grandinate o acquazzoni di fine estate. In questo scenario, quando ci troviamo di fronte ad una bottiglia prodotta in un'annata sfavorevole, l'assaggio diventa comunque fondamentale, perchè magari l'uve di quella vigna saranno state invece protette da un particolare microclima. Quando invece l'annata è "di grazia", presumibilmente lo saranno quasi tutti i vini. Assisteremo davvero ad uno spostamento delle vigne più a nord? Più alte? Inatnto c'è chi lo champagne lo va a fare in Gran Bretagna...