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  • Writer's pictureNasoDVino

In varietate concordia.

In varietate concordia è una locuzione latina che significa letteralmente nella varietà c'è concordia. La proposizione sta a significare la presenza di armonia e tranquillità quando sia permesso a diverse situazioni e modi di vita di coesistere e rispettarsi reciprocamente. (cit. wikipedia)

E io aggiungo, di unirsi, completarsi, fondersi e dare vita anche a qualcosa di nuovo, unico, raro e prezioso.


Per Agricola Tamburini, tutto ciò era vero anni fa quando andai a visitarli la prima volta e ad ispirarmi tale accostamento fu il Douscana (puoi leggerlo nella seconda parte di questo articolo), ma è diventato acclarato, appurato, assodato e dimostrato ad un livello molto più intimo e profondo adesso.


Qui siamo in Toscana, non si discute, la "c" è, come deve essere, aspirata, le vigne si alternano alle ulivete a piccole macchie boschive e a campi di grano. Le colline svelano e nascondono poderi e piccoli borghi indicati e accompagnati da cipressi e adornati e dipinti da fiori gialli di ginestra dove tutt'ora riecheggiano versi danteschi. Entrando in un vecchio bar sulla Francigena chiedi pure una "riparella" di vino, sei sicuro che ti verseranno un buon rosso. Sangiovese ovviamente.


E dalla "riparella" al "tajut" il passo è più breve di quanto si pensi...

Un "taj di blanc" ovviamente! Che profumi pazzeschi hanno i bianchi friulani? Si certo, dipende dalla zona e dal vitigno, ma come si parla di Friuli subito il naso si riempie di intensi, eleganti, fini e infiniti profumi inebrianti.


E allora cosa c'entra il Friuli con la Toscana? Entrambe regioni amanti del vino, ma il Friuli regno dei bianchi e la Toscana regno dei rossi, quindi?


Quando parlavo di un'unione a livello più intimo e profondo mi riferivo al fatto che la famiglia Tamburini si è recentemente allargata con l'arrivo di Michele Jermann della famosissima cantina friulana Jermann e di conseguenza con l'apporto di tutto il suo know-how e conoscenza in merito.


Restyling per la bottiglia del bianco "il castelluccio", toscanissimo blend di trebbiano e malvasia, che ora presenta il tappo Stelvin, a vite per capirsi, per preservarne in maniera più efficace ed importante caratteristiche organolettiche e profumi. Fresco, gradevole sia al naso che al palato è ideale per primi piatti di pesce o verdure non troppo complessi o salsati.


Nuovo nato invece il "TJ", Tamburini Jermann, un rosato da uve Sangiovese. Piacevole, intenso, sapido e morbido. Ne ho una bottiglia in frigo, stasera la stappo con un bel piatto di prosciutto e melone.


Te invece continua a leggere l'articolo che parlerò dei rossi e del Douscana, un vino eretico... o forse no?


TN + SG = Douscana.

Una volta ho letto un libro, si intitolava "Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo".

C'era la legge di gravitazione universale di Newton, Bernoulli e la legge della pressione idrodinamica, Faraday con l'elettromagnetismo, Clausius e il secondo principio della termodinamica e ovviamente la celeberrima E = mc^2 di cui non occorre nemmeno citare l'autore tale la fama.


Non era presente però la formula sopra citata, TN + SG = Douscana.

Forse solo perchè è stato scritto il libro nel 1995 e di tale formula si parla dal 2015?

Perchè in quanto a cambiare il mondo, enologicamente parlando, qui ci andiamo molto vicini. Quanto meno, andiamo a spettinare i puristi del monovitigno varietale, a far venire le extrasistole sopraventricolari ai tradizionalisti più ortodossi.


Intanto cosa c'entra la matematica con il vino?


Ma facciamo un passo indietro, (mi viene spesso da dire riavvolgiamo il nastro, ma sempre più millennials non ne conosceranno il significato), anzi, un salto nel passato.


Storia. Storia dell'Arte.


Ogni idea rivoluzionaria all'inizio è considerata eretica. Ed è proprio il fil rouge dell'ereticismo che ci condurrà alla scoperta di questo vino. Il Douscana.


Un vino eretico?


Anno Domini 1723, un mio antenato (8 generazioni fa) Niccolò Nasoni, già pittore, scultore ed architetto famoso a livello internazionale, diciamo fu costretto a lasciare la Toscana per andare a corte degli imperatori Portoghesi, in quanto non la pensava proprio esattamente come la Chiesa ufficiale.

A Oporto con le sue numerose opere, su tutte il rinnovamento della facciata della Cattedrale e la progettazione e la realizzazione della Torre dei Chierici, contribuì ad elevare e rendere famoso nel mondo il barocco Portoghese per la sua tipicità.

In particolare, e questa è la caratteristica che ci interessa, rese il barocco Portoghese, fino ad allora complesso, ampolloso, imponente, rindondante, pieno, pesante talvolta, molto più elegante e sfarzoso, apportando leggerezza, grazia, delicatezza, luminosità. Quello che oggi viene definito lo stile rococò.


Sconvolgente analogia con la famosa formula TN + SG = Douscana, dove SG sta per sangiovese, che viene coltivato e vinificato in Toscana, nelle colline del Chianti vicino a Gambassi e poi va in Portogallo, dove incontra il TN, Touriga National, per far nascere questo blend unico chiamato Douscana.


Il Touriga National è un vitigno famoso per il Porto, ma da qualche decennio viene anche usato per fare un vino secco nella denominazione Douro. E' un vino, dato anche l'ambiente prevalentemente siccitoso in cui cresce l'uva, molto carico dal punto di vista cromatico, scuro impenetrabile, ricco di morbidezze, pieno, tondo, ampio.


Ecco che arriva il nostro Sangiovese, con la sua freschezza, un pò più scorbutico, spigoloso, scalpitante a conferire struttura, eleganza, longevità, luminosità.


Il Douscana 2015 è questo. Un vino molto interessante, complesso, intenso. Piacevolmente particolare e originale. Di sicuro qualche altro anno di affinamento non potrà fargli altro che del bene. Interessante sarà seguire l'evoluzione di quest'annata ma anche degustare le prossime. (Mi sono auto-invitato all'anteprima 2016, grazie Emanuela)


Il Douscana eretico? Rococò.. lo definirei un vino rococò.





Se l'eresia e l'innovazione è rappresentata dal Douscana, l'ortodossia e la tradizione vengono a pieno valorizzate dalle altre etichette, dove il sangiovese trova piena espressione nel Chianti (The boss), Riserva (Italo) e addirittura nella sua massima declinazione del Brunello (Somnio).


In classica modalità toscana, vini importanti, in cui il terroir e il sangiovese vengono fuori nella loro naturalezza, fatta di energia, eleganza e persistenza. Quasi fosse facile fare del vino in queste zone quando la natura decide di regalare un'uva splendida, ma ricordiamoci sempre che qui, sono 5 generazioni che lo fanno. La tradizione non si improvvisa e nel vino si sente tutta. (Don't try this at home!)


E alla fine non c'è miglior congedo di un bel bicchierino di Vin Santo, ottenuto da uve bianche (trebbiano e malvasia) appassite il più possibile in pianta e poi nei graticci, fino a maturare, una volta strette, per almeno 5 anni in caratelli di oltre 80-100 anni, abbinato ad una profumata fetta di ciambellone appena sfornato da Adele (la mamma).


Divino. D-Vino.


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