Podere Terreno: dove il tempo respira e il Sangiovese racconta Radda
- NasoDVino
- 5 giorni fa
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BenBevuto/a!

Ci sono luoghi che non visiti. Ti abitano. Podere Terreno, nel cuore dell’UGA Radda, è uno di quei posti in cui senti che tutto torna al proprio ritmo naturale. Qui, tra colline che respirano lente e vigne che si arrampicano sui pendii, il Sangiovese parla la lingua della Chianti Classico identity. Ma lo fa a modo suo.
Siamo a Radda, territorio di altitudini importanti, di escursioni termiche, di suoli magri e vivi, dove il Sangiovese ha fama di essere tannico, verticale, un po’ ruvido. Eppure, al Podere Terreno, accade qualcosa di diverso. Qui il vino conserva tutta la sua chiantigianità: freschezza, eleganza, nitidezza di frutto… ma senza quel graffio tannico che spesso domina i Radda. È un Sangiovese che ti accarezza invece di strattonarti, che invita più che sfidare, che accompagna invece di imporsi.
E forse la ragione sta nel luogo.
Il silenzio che ti abbraccia
Quando arrivi, la prima cosa che ti sorprende è il silenzio. Un silenzio vivo, che respira, che parla. Ti fermi e ascolti: senti il battito delle foglie, il canto lontano degli uccelli, il respiro della terra. Sembra che il tempo qui segua le nuvole lente che attraversano il cielo, sospinte da una brezza estiva che rinfresca l’aria e accarezza la pelle. È una brezza che porta benessere a te… e alle viti. Mentre il sole, ancora caldo, accompagna con pazienza la maturazione dei grappoli già viola, si ha la sensazione che natura e tempo si siano messi d’accordo: non corrono, non forzano, semplicemente vivono in equilibrio.
C’è un’armonia sottile che avvolge tutto. Ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni profumo sembra essere nel posto giusto.
Un equilibrio naturale
Podere Terreno è un luogo che ha scelto la semplicità autentica. Nella ristrutturazione e nell’arredamento dell’agriturismo, nulla è stato lasciato al caso: materiali a km 0, legno, pietra, tessuti naturali, oggetti che appartengono alla stessa terra su cui poggiano le vigne. Ma non c’è ostentazione, non c’è artificio. Qui le cose non gridano per farsi notare: semplicemente sono.
E anche quando un dettaglio sembra casuale, ti accorgi che in realtà appartiene perfettamente al quadro. Perché la bellezza, quella vera, non è mai nella perfezione assoluta: sta nella tensione verso la perfezione. È lì, in quell’equilibrio fragile tra ordine e spontaneità, che il luogo diventa anima.
E mentre il tempo rallenta, arriva il momento di immergersi nel cuore del Podere: la degustazione.
La degustazione: quando il Sangiovese diventa racconto

Qui il vino non si limita a scorrere nel calice. Parla, respira, ricorda. Ogni sorso è un viaggio, un salto dentro la memoria e dentro la terra.
Chianti Classico Annata 2022
La rusticità di Radda qui si fa carezza, senza rinunciare alla sua anima. La ciliegia è lì, non ancora perfettamente matura, come quelle che da bambino spiavo ogni giorno sul vecchio albero dietro casa. Arrivava maggio e io non resistevo: ne coglievo una prima, quando ancora non era pienamente zuccherina. Ed era proprio quella la più buona. Un frutto acerbo, succoso, che ti pungeva il palato ma ti regalava la promessa dell’estate.
Nel calice, questa 2022 è gastronomica, verticale, stuzzicante. C’è una pungente freschezza sulla punta della lingua che invoglia il secondo sorso. Un Sangiovese sincero, diretto, autentico.
Abbinamento: Pici al ragù di cinta senese
Chianti Classico Annata 2021
Qui la ciliegia matura. Diventa piena, morbida, avvolgente. Il sorso si allarga in bocca, il frutto vibra di calore e intensità. Il tannino, questa volta, graffia appena, ma è ben integrato: accarezza mentre morde, sorregge mentre avvolge.
È un vino che ha trovato il suo passo giusto: solido, sensuale, perfettamente in equilibrio tra freschezza, frutto e profondità.
Abbinamento: Peposo all’imprunetina
Chianti Classico Riserva 2017 (ultima annata affinata in legno)
Abbiamo deciso di stappare questa annata difficile, segnata da gelate tardive e siccità, proprio per capire quanto il Sangiovese, quando trova una mano sapiente, possa sorprendere anche nelle sfide.
Il naso è un mosaico di spezie scure, tabacco, una carezza di vaniglia che arriva come un sussurro. In bocca, il vino gioca: prima entra morbido, poi ti colpisce con la freschezza, infine il tannino pulisce e rilancia.
È un Sangiovese dinamico, imprevedibile, vivo. Quando pensi che abbia finito, ritorna: frutto, spezie, mineralità… un sorso che non si arrende mai.
Vino da meditazione oppure come abbinamento: Cinghiale in umido
Chianti Classico Riserva 2021
Il naso è morbido e accogliente, un bouquet di viola e ciliegia matura. In bocca, il tannino è levigato, vellutato, scorre con eleganza e accompagna il vino come un abbraccio caldo.
C’è complessità e persistenza, ma quello che conquista è la freschezza audace che tiene tutto in equilibrio. Sul finale, un leggero accenno di tabacco da pipa che rende il sorso ancora più intrigante.
Un Sangiovese che non smette mai di stupire.
Abbinamento: Bistecca alla Fiorentina
L’essenza di Podere Terreno

Degustare questi vini significa capire che Podere Terreno è un luogo dove il Sangiovese respira in libertà, senza forzature, senza artifici.
C’è la Chianti Classico identity, ma con una dolcezza diversa: meno spigoli, più equilibrio, più armonia.
È come camminare scalzi su un prato dopo la pioggia: senti la terra, senti il vento, senti che sei parte di qualcosa di più grande. Qui ogni calice diventa storia, memoria, emozione.
E credimi…Questo è uno di quei posti che non ti lascia mai davvero. Ti resta addosso. Ti torna in mente. Ti chiama.
E io lo so già: tornerò, in autunno, come promesso!
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